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Mi sembra il minimo, da persona attenta all’ambiente,

nello stato critico nel quale ci troviamo, cercare di fare ben oltre il possibile per ridurre la mia personale impronta ecologica sulla Terra.

 Ed il mio mestiere deve essere altrettanto rivoluzionato, perché ha un forte impatto, troppo forte. In casa uso il rasoio di sicurezza, quello fighetto vintage, ma in negozio? Uso un rasoio monouso, a volte per togliere non dei peli, ma una lieve peluria dorata, tempo 15 secondi e lo butto via. Mi viene il mal di cuore. E i guanti? Quante volte me li infilo, tocco il cliente, suonano alla porta e quindi sono costretta a gettarli via anche se li ho usati per pochi istanti?

 

Questo articolo è dedicato ai miei colleghi tatuatori italiani, poichè sono italiana e poichè all’estero ho notato che la consapevolezza è un filino più in alto della nostra e quindi si trovano facilmente informazioni a riguardo, senza troppo sudore. Qui invece, allo stato attuale, ci ho impiegato mesi per trovare delle soluzioni. E sto scrivendo questa piccola guida per aiutare chi come me, sente il richiamo della coscienza, anche fosse solo un sussurro nella notte..

Siamo ad un punto cosi tragico ecologicamente parlando, che il principio del riciclo è un concetto superato, obsoleto, praticamente futile. Siamo ad un punto cosi tragico, che la storiella del biodegradabile regge poco il confronto con certi numeri da brividi. La speranza è nel monouso compostabile, laddove per ovvi motivi ne il packaging free ne lo zero waste possono esistere. Quindi, noi del settore che non solo inquiniamo quotidianamente, ma che lo facciamo con materiali ben lontani anche solo dal riciclabile, dobbiamo farci un notevole esame interiore.

 

Sono sicura che la prima cosa che vi viene in mente leggendo, o al massimo la seconda, riguarda i costi. La differenza è minima ed è assolutamente sostenibile se paragonata all’introito che deriviamo dal nostro operato e soprattutto, se dichiarata esplicitamente, potrebbe trovare l’accoglienza da parte del cliente che accetta di buon grado il pagamento di qualche euro in più simbolico per ottenere un tatuaggio “plastic free”. Senza contare tutto il discorso generale, se non facciamo quanto è in nostro potere per contrastare l’andazzo comune, tranquilli, che la possibilità di tatuare sarà sempre più bassa, negli anni a venire.

 

Pianeta non abitabile = Umani non tatuabili

❊ TATTOO SUPPLY ECO-SWAPS ❊

 

Il mio obiettivo è cercare di ridurre non solo la plastica, ma anche le distanze per il trasporto dei materiali. Per cui tra un shop online con sede in Papuasia ed uno in UK, ho chiaramente preferito il secondo. E' una sorta di pseudo-decrescita del tatuaggio!
Resto in costante ascolto e ricerca per modificare ulteriormente questa guida, andando sempre più verso la riduzione dell’impronta. Se qualcuno di voi conosce brand con una filosofia #green, specie se nostrani, lo prego di contattarmi! (anomaliadodici@gmail.com)

 

 

  • CARTA DA STAMPANTE:
    Questa è semplice! Scegliete carta riciclata/ecologica, ormai la vendono praticamente ovunque in formato uso umano.

 

 

E’ TUTTO IN COSTANTE AGGIORNAMENTO ED EVOLUZIONE!

 

Se avete qualche dritta o informazione che non ho scritto, fatemela sapere.
Divulgatelo ai vostri colleghi, amici, boss e clienti.

E’ molto più importante di quanto non ci vogliano far sapere.

♡GRAZIE.

 

Cosi, per essere ancora più social:
questo è il profilo instagram della Ecotat KillerInk https://www.instagram.com/ecotatpro
questo di MinimoImpatto https://www.instagram.com/minimoimpatto

e questo di Good Judy https://www.instagram.com/goodjudy.ca
Se acquistate da loro, taggateli, in modo da far girare ancora di più queste vitali informazioni!

 

❊ PICCOLO BONUS ❊

 

Se sei qui è perché l’argomento ti interessa.

Allora, ho delle cose da dirti, sarò breve e concisa!
 

Per aiutare l’ambiente con il tuo mestiere, puoi proporre dei Flash/Walk-in Day in studio e con il ricavato fare delle donazioni a delle cause importanti, documentandoti prima su quali organizzazioni no profit ed attività esistono e ti interessano (hai l’imbarazzo della scelta: donazioni per gli incendi, per la parità dei diritti umani, per la forestazione urbana e non, per la pulizia degli oceani o delle spiagge, per associazioni animaliste/salvaguardia razze in estinzione etc.).
 

Se sei già attivo su questi argomenti, puoi proporre ai tuoi clienti una piccola e simbolica carbon tax, del costo di un caffè, spiegando che i soldi raccolti, una volta al mese, li verserai a società di offset carbon per compensare le emissioni prodotte tatuando (sia per quanto riguarda i materiali non ancora compostabili, sia per quanto riguarda la spedizione dei materiali, sia per il loro smaltimento/incenerimento). Ci sono molte realtà, come ad esempio Treedom che ti permettono di compensare le emissioni, adottando, per esempio, degli alberi. Ovvio che la voce “tatuaggio” non esiste, ma con un po’ di fantasia ed ingegno, qualsiasi voce della lista da loro offerta va bene. Dai un’occhiata anche a Foreste per sempre!

 

La cosa più importante è parlarne, prima ancora di fare scelte di vita quotidiane più o meno drastiche. Informare, divulgare, ricercare, comunicare, condividere e spiegare.

 

 

Perché lo faccio, perché mi sbatto cosi tanto?
Per questo.

 

 

[credits foto cover: Chris Lee on Unsplash]

  • INSTAGRAM

➔ Questa sono io, l'autrice della guida!

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